Caso urbanistica a Milano, primo round: Giustizia 1 – Palazzinari 0
Sei arresti scuotono il cantiere permanente della metropoli: Catella, “re del mattone”, e l’ex assessore Tancredi ai domiciliari; il costruttore Bezziccheri in carcere. Milano si interroga su chi disegna davvero il suo skyline.
SOCIETÀ
by Martin J. Osburton
7/31/20252 min leggere


Colpo di scena nell’infinita partita tra ‘palazzinari’ e città pubblica: la Guardia di Finanza bussa alle porte dell’élite del cemento e spedisce agli arresti domiciliari Manfredi Catella, Giancarlo Tancredi e altri quattro protagonisti dell’urbanistica meneghina. Solo Andrea Bezziccheri finisce dietro le sbarre. L’accusa? Corruzione, falsi e induzione indebita. Il Comune trema, i cantieri rallentano, e l’opinione pubblica – già stordita da rendering scintillanti – si chiede se la “Milano- modello” fosse costruita su fondamenta di cartapesta.
Il blitz di fine luglio. Le Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura milanese, hanno eseguito sei ordinanze cautelari firmate dal gip Mattia Fiorentini. Ai domiciliari, oltre a Catella (numero uno di Coima) e all’ex assessore all’Urbanistica Tancredi, finiscono l’ex presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, l’architetto Alessandro Scandurra e l’imprenditore Federico Pella. In cella approda invece Bezziccheri, patron di Bluestone. Non sono bastati i cosiddetti “interrogatori preventivi” – la novità della riforma Nordio 2024 – per convincere il giudice a evitare le manette.
Chi sono i protagonisti
Manfredi Catella – il volto glamour della rigenerazione urbana di Porta Nuova, promotore di torri avveniristiche e cocktail sul rooftop.
Giancarlo Tancredi – l’uomo che, da assessore, doveva vigilare sulle trasformazioni, salvo finire travolto dalle stesse.
Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra – i “guardiani del paesaggio” accusati di aver chiuso un occhio (o due) sui conflitti d’interesse.
Federico Pella – ingegneria e business all’incrocio fra pubblico e privato.
Andrea Bezziccheri – costruttore ruvido, ora unico dietro le sbarre.
Questa squadra, dicono gli inquirenti, avrebbe oliato gli ingranaggi per far correre varianti urbanistiche e concessioni “su misura”.
L’”interrogatorio preventivo” alla prova dei fatti. Introdotto per tutelare la libertà dell’indagato, l’interrogatorio preventivo anticipa il contraddittorio prima che scatti la misura cautelare. Sulla carta, un baluardo garantista; nei fatti, un’arma spuntata. Il gip ha infatti ritenuto “concreto e attuale” il rischio di reiterazione del reato, congelando le tesi difensive presentate la scorsa settimana. Una lezione di realpolitik giudiziaria: non basta parlare, bisogna convincere.
Il riesame d’agosto: secondo tempo in arrivo. Gli avvocati hanno già annunciato ricorso al Tribunale del Riesame. Sarà un Ferragosto giudiziario: la sezione feriale dovrà decidere se confermare o annullare le restrizioni alla libertà personale. Nel frattempo, Milano scopre che l’estate non addormenta le inchieste – e che dietro ogni grattacielo può annidarsi la polvere della “vecchia” corruzione italiana.
Milano, skyline di luce e ombre. Le torri di vetro riflettono il sole lombardo, ma sotto la facciata resta il nodo cruciale: governance pubblica o assalto dei Palazzinari? Se le accuse reggeranno, il “modello Milano” rischia di diventare un case-study negativo per le scuole di urbanistica europee. Eppure, proprio da qui può nascere una nuova stagione di trasparenza: bandi chiari, rotazione negli uffici tecnici, tracciabilità dei conflitti d’interesse. Altrimenti, la città continuerà a crescere “a macchia di euro”, tra rendite fondiarie e vetrine di lusso.
Il ‘fischio dell’arbitro’ ha segnato l’1-0 per la Giustizia, ma la partita è appena iniziata. Nelle prossime settimane capiremo se Milano saprà alzare il baricentro o se, ancora una volta, vincerà il tatticismo di chi compra terreno – reale o normativo – al prezzo di qualche mazzetta. Stadio aperto, riflettori puntati, biglietti gratis: la città intera è sugli spalti.
Riflessioni
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