Donne che resistono – tra tratti grafici e archivi digitali

Dalle tavole illustrate di tre autrici dell’Est alle biblioteche digitali indiane: due fronti della stessa battaglia per la memoria e la libertà culturale.

LETTERATURA

by Martin J. Osburton

8/13/20252 min leggere

In questo agosto che sembra fermarsi, austero e carico di memorie, si disegna un nuovo modo di raccontare: attraverso Visual Stories from Armenia, Georgia and Ukraine, un progetto grafico che debutta all’Frankfurt Book Fair 2025 (Ottobre ’25), sostenuto da EU Creative Europe. Nel turbinio delle edizioni, tra armeno, georgiano, ucraino che si incrociano, la vera lingua è quella della resilienza femminile.

L’immagine come parola. Tre scrittrici—Ani Asatryan (Armenia), Ekaterine Togonidze (Georgia), Vira Kuryko (Ucraina)—non narrano la guerra con frasi, ma con segni grafici. Le loro storie nascono da una fusione intelligente tra testimonianze orali, ricerca d’archivio e racconto visivo; l’editor Mikheil Tsikhelashvili coordina il progetto, mentre illustratrici selezionate con cura—Astghik Harutyunyan, Luka Lashkhi, Sofia Pokorchak—reinterpretano in tratti potenti la voce delle donne sotto assedio.

In un capitolo carico di echi e sangue, Asatryan intreccia testimonianze contemporanee con la storia di Maro, un’infante in un orfanotrofio durante la Prima Guerra Mondiale, creando un ponte tra passato e presente, tra silenzio imposto e memoria sopravvissuta. Parla una grafica che ferma il tempo, ma grida ciò che molti vorrebbero ignorare.

La biblioteca come presidio democratico. Dall'altra parte del globo, il 12 agosto si celebra il Librarians' Day in India in onore di S.R. Ranganathan (nato il 9 agosto 1892 – 1972), il padre della biblioteconomia contemporanea. Le sue Cinque Leggi della Biblioteconomia e la Colon Classification hanno trasformato le biblioteche da silenti depositi di scaffali in spazi attivi di equità e apprendimento diffuso.

Il presente parla attraverso chi, dal forte della sua eredità, chiede biblioteche modernizzate, infrastrutture digitali e formazione continua per chi oggi è navigatore di conoscenza, non più solo conservatore di libri. In questo contesto, la National Digital Library of India (NDLI) emerge come faro di accessibilità: attiva dal 2018, lanciata in versione 3.0 nel 2024, aggrega milioni di risorse in centinaia di lingue, rendendo l’apprendimento una bussola democratica.

Grafica e digitale, due lati della stessa forza. Cosa unisce tratti d’inchiostro e database digitali? La parola, o meglio, la forza che resiste. In Francoforte, la parola si fa immagine concreta nel disegno. In India, la parola si fa dato, rete, algoritmi che aprono i libri a tutti. In entrambi i casi, resistere significa rendere visibile, rendere disponibile, rendere vivo.

Donne che raccontano l’orrore senza banalizzarlo. Biblioteche che diventano archivi digitali di speranza. Non è un’illusione: è cultura che si fa presidio, parola che assume forma—e non intende tacere. Il filo invisibile unisce Francoforte, Delhi, le pagine disegnate e i server digitali. Lì, voci femminili e intelligenze collettive si incrociano per difendere ciò che molti considerano passeggero. Noi? Continuiamo a leggerle. Non per dovere, ma perché queste parole resistono. Dannatamente resistono.